Il risparmio e il fattore tempo
Quando l’esigenza è di breve periodo
Quando l’esigenza è di lungo termine
Una questione non solo di tempo ma anche di rischio
Le ragioni che possono indurre qualcuno a risparmiare o investire il proprio denaro sono potenzialmente infinite, l’approccio però può (e deve) cambiare di molto a seconda di come questi obiettivi si collocano nel tempo. Cosa cambia nel breve, medio e lungo termine?
Il risparmio e il fattore tempo
La base dell’educazione finanziaria poggia le sue fondamenta sulla buona gestione delle proprie entrate, sull’importanza di saper accantonare risorse per le esigenze future e creare così una condizione favorevole al raggiungimento dei propri obiettivi, siano essi di protezione da eventi inattesi o per accrescere nel tempo le proprie disponibilità economiche.
A prescindere però dalle esigenze di ciascuno, una delle variabili fondamentali per definire i propri obiettivi in ambito finanziario e, di riflesso, le strade da percorrere per conservare o provare ad accrescere le somme accantonate, è indubbiamente il tempo, elemento cui l’attività di risparmio è strettamente legata.
A meno di casi estremi e particolari che non sono rappresentativi della maggioranza dei risparmiatori (vincite alla lotteria, cospicue eredità improvvise, e così via), l’attività di risparmio richiede tempo, e solo nel tempo manifesta i suoi benefici a condizione tuttavia di essersi affidati alle soluzioni più adatte anche e soprattutto sulla base del tempo a propria disposizione.
Quando l’esigenza è di breve periodo
Quanto a lungo s’intende rinunciare a parte delle proprie disponibilità finanziarie? Per quale destinazione futura? Rispondere a queste domande sulla base delle proprie reali esigenze di vita è di fatto il primo importante passo per costruirsi un’identità di risparmiatore/investitore, con tutto quello che ne consegue in termini di pianificazione finanziaria.
In particolare, si possono definire di breve periodo quelle esigenze che si riferiscono a un arco temporale relativamente ristretto, che va da un minimo di pochi giorni a un massimo di 2-3 anni. È il caso, ad esempio, dei risparmi indirizzati al pagamento delle tasse universitarie del semestre successivo, all’acquisto di un elettrodomestico particolarmente costoso o, in generale, di tutte quelle risorse magari anche non di grossa entità ma comunque accantonate per sostenere una spesa in periodi prossimi nel tempo e nei quali potrebbe non esserci altrettanta disponibilità economica. Tutti obiettivi accomunati da un brevissimo respiro di tempo per i quali solitamente la priorità è conservare il capitale accantonato, senza esporlo a rischi eccessivi e al più preservandolo dall’erosione dell’inflazione.
Quando l’esigenza è di lungo termine
Al contrario, esigenze e obiettivi di lungo periodo costringeranno a seguire un piano di risparmio decisamente più duraturo, talvolta esteso persino alla vita intera.
È il caso, ad esempio, delle somme accantonate per assicurare la futura istruzione dei propri figli, l’acquisto di una casa di proprietà o, ancora, di quelle destinate a prodotti previdenziali, finanziari o assicurativi che, attraverso versamenti o accantonamenti costanti nel tempo, mirano a tutelare le disponibilità finanziarie e il tenore di vita del sottoscrittore o della sua famiglia al verificarsi di una determinata situazione (si pensi ad esempio a un lutto o al rischio di non autosufficienza) o al raggiungimento di una certa condizione (il pensionamento, una precisa soglia anagrafica o, ancora, una durata prestabilita al momento della sottoscrizione).
Esigenze appunto molto diverse tra loro, ma accomunate dalla volontà di impegnarsi in una scelta “virtuosa” che darà i suoi frutti solo sulla lunga distanza e che solitamente si accompagna anche alla volontà di veder accrescere il proprio capitale nel tempo. Tutto ciò, non senza una buona percentuale di rischio, a cominciare dalla possibilità di cambiare idea nel tempo sulle finalità cui destinare il proprio risparmio.
Una questione non solo di tempo ma anche di rischio
Così come il risparmio è indissolubilmente legato all’elemento temporale, il “fattore tempo” chiama in causa un altro concetto essenziale in ambito finanziario, quello di rischio.
Una peculiarità degli obiettivi di brevissimo respiro è per l’appunto una scarsa o comunque ridotta propensione al rischio. Proprio perché, in queste circostanze, l’obiettivo principale è quello di preservare il capitale su un arco temporale a corto raggio, soluzioni di risparmio più conservative tenderanno a essere preferite a quelle di investimento ad alto rischio: il breve periodo, infatti, limita anche il tempo a disposizione per compensare e recuperare eventuali perdite. Viceversa, nel caso di esigenze da soddisfare distanti nel tempo – ammesso che la personale propensione al rischio del risparmiatore/investitore lo consenta – si potranno più facilmente valutare anche soluzioni alternative a quelle più conservative. A patto di essere lungimiranti e non lasciarsi disorientare da eventuali risultati negativi, l’orizzonte temporale più lungo aumenta le probabilità di contrastare la volatilità dei mercati finanziari e compensare eventuali perdite.
Ecco allora come da una scelta solo all’apparenza semplice, come quella del fine cui destinare i propri risparmi, inizino a conseguire decisioni più complesse, ma al tempo stesso essenziali in termini di pianificazione finanziaria. Di qui l’importanza, soprattutto per chi muove i primi passi lungo un percorso di impiego del proprio risparmio in attività finanziarie, di rivolgersi a consulenti esperti e professionisti del settore che aiutino a leggere al meglio le opportunità offerte dal mercato, scegliendo secondo necessità gli strumenti più adatti alle proprie specifiche esigenze.